C'è sempre da imparare e camminando a piedi ne vedi davvero tante. Mi staccò una pallina rossa e disse "Vada alla fontana più avanti, la sciacqui e poi mi dica".
In verità non ho niente da dirvi; di questo frutto ne ho apprezzato la bellezza e quell'anziano posso solo ringraziarlo per la sua gentilezza e per aver destato la mia curiosità.
Quello che colpisce di questa pianta è vedere la sua ricchezza floreale e frutticola. E' forse l'unica pianta che quando produce i frutti ne possiede ancora i fiori (frutti per l'anno successivo). Bellissimi fiori bianchi quasi cerati a mò di grappolo, campanelle.
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Mi sono poi andata a documentare e ho scoperto che questo frutto rosso in effetti va gustato nella preparazione di marmellata, miele (proprietà balsamiche), liquore. Quello che più mi ha stupito è stato che più che il frutto, sono le foglie ad avere molteplici proprietà terapeutiche.
Le foglie una volta raccolte si possono conservare in sacchetti di carta, come quello per il pane, nello stanzino al buio e in ambiente asciutto. Con il decotto possiamo ottenere un tonico per la pelle e come infuso è indicato nei casi di febbre e diarrea.
Non si dovrà eccedere, come in tutte le cose, potrebbe provocare stitichezza.
Novembre-dicembre è il periodo giusto per vedere il frutto rosso e polposo.
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E' possibile ammirare l' 'Arbus unendo' anche all'interno del parco della 'Pineta Dannunziana'.
Ne ho colti davvero pochi per cimentarmi in una ricetta ;-)
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